La storia completa
A proposito di colori
DA UN PICCOLO PEZZO DI TESSUTO SENZA SIGNIFICATO ALLA “NEON ART” BIOLOGICA
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Piccoli campioni provenienti da diversi organi (pelle, nervi, midollo spinale, cervello, muscolo, tessuto adiposo) vengono raccolti, preparati e conservati per istologia seguendo procedure specifiche (protocolli standard) ottimizzati per il successivo metodo di “colorazione”.
Questa tecnica è nota come immunoistochimica perché si basa sul legame tra anticorpo e antigene delle molecola bersaglio.
Forse non è un caso che la radice della parola istologia derivi dal greco á¼±στÏŒς (histós), tela…
Ma procediamo per gradi e spiego tutto o almeno ci provo!
Il tessuto è la mia tela bianca.
Preparazione della tela: Dopo la conservazione dei tessuti, il campione deve soddisfare diversi requisiti. Deve essere sufficientemente sottile (a seconda del tipo di analisi, da 10 a 40 micron di spessore). Uno strumento chiamato criostato permette di ottenere sezioni molto precise. Le sezioni possono essere montate su un vetrino da laboratorio o lasciate fluttuare liberamente in un pozzetto con soluzione fisiologica.
Gli anticorpi primari sono i miei pennelli.
Scelta dei pennelli: A seconda del nostro interesse, verranno identificate proteine (molecole) da marcare (da dipingere) e verranno utilizzati anticorpi specifici (anticorpi primari).
Gli anticorpi primari riconoscono specificamente la proteina di interesse (che funge da antigene) alla quale si legano. Il concetto è lo stesso del sistema immunitario: quando il nostro sistema immunitario riconosce un antigene di un patogeno (cioè una proteina batterica), rilascia anticorpi contro questa e alla quale si legano intrappolando l'intruso.
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Una soluzione contenente diversi (fino a 3) anticorpi primari viene preparata e i campioni (su vetrino o in pozzetto) vengono esposti (immersi) e lasciati incubare (ad agire) per una notte o più.
Gli anticorpi secondari sono la mia tavolozza.
Scelta delle sfumature: Gli anticorpi primari non sono “colorati”, servono come “bandierina” per indicare agli anticorpi secondari dove legarsi.
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Sullo stesso principio immunitario degli anticorpi primari, i secondari legano l'antigene, che questa volta non è la proteina di nostro interesse ma l'anticorpo primario che, in questa occasione, funge da bersaglio.
Otterremo una sorta di sandwich: la proteina tissutale è legata da un anticorpo primario che a sua volta è legato da un anticorpo secondario.
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Una particolarità degli anticorpi secondari è che sono fluorescenti perché legati ad un fluorocromo.
I fluorocromi “sono sostanze chimiche fotoreattive che possono assorbire energia attraverso l'interazione di un elettrone orbitale nella struttura atomica della molecola con un fotone di luce”.
Semplificando, i fluorocromi hanno caratteristiche spettrali e quando stimolati da una specifica lunghezza d'onda (tramite laser) emettono una luce a lunghezze d'onda diverse. Ad esempio, se stimoliamo la fluoresceina (un tipo di fluorocromo) con una luce a 488 nm (contenuta nelle lunghezze d'onda della gamma del blu, 435-500 nm) emetterà una fluorescenza nell'ordine di 521 nm, nella gamma del verde.
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Dopo un'accurata valutazione, verranno scelti 3 differenti fluorocromi che saranno diluiti in una soluzione e distribuiti sui saggi che verranno lasciati incubare per alcune ore. Al termine, i campioni vengono incubati con DAPI (4',6-diamidino-2-fenilindolo) che è una colorazione di DNA fluorescente blu, utilizzata per marcare i nuclei cellulari.
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Dopo questo lungo procedimento, mi sento un po' come uno stregone che, seguendo una formula magica, mette in una pentola gli ingredienti segreti senza avere un riscontro diretto del risultato.
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Solo trascorrendo ore e ore con l'occhio nel microscopio confocale, posso ammirare la vivacità e la brillantezza di ogni singolo colore e il loro accostamento, che danno origine ad un'armonia d'insieme anche quando ciò che viene mostrato è la rappresentazione di una malattia degenerativa catastrofica. È come quando si è affascinati, anche se spaventati, dalla potenza di un fuoco divampante.
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Con il microscopio confocale posso vedere attraverso, ma il mio occhio e la mia sensazione mi fanno vedere cosa e come.